Cloudriding

May, 2014
AMRN038
CD Digipack
Price: 
12.50
Luca Segala

Luca Segala's compositions are always a step beyond possible definitions.

His sincere work and personal declination of music carry comtemporay flavors, classique elegance and sudden groove flashes. Here Luca delivers new fresh ideas leading a brilliant modern jazz quintet and featuring an original line-up.
 

[...] Suppose you are imprisoned in cangue and lock,
hands and feet bound by fetters and chains.
Think on the power of that Perceiver of Sounds
and they will fall off, leaving you free! [...]

The Lotus Sutra, XXV chapter "Bodhisattva, Perceiver of the World's Sounds

Reviews

All About Jazz
Luca Segala

Lavoro particolarmente curioso—e perciò interessante—questo di Luca Segala, sassofonista che sfrutta esperienza e maturità mettendo in scena, assieme a quattro musicisti di assoluto rilievo, una musica chiara e netta quanto a forme e strutture, eppure imprevedibile nelle sonorità e nelle situazioni.

Le composizioni, tutte di Segala, sono infatti intriganti e varie nelle atmosfere, ma anche narrativamente lineari, con uno sviluppo drammaturgico coerente, tutto sommato ponendosi un po’ a margine della poetica che caratterizza Amirani Records, per la quale esce il lavoro…

Kathodik
Marco Carcasi

Di contemporanea sensibile eleganza “Cloudriding”.
Ad incrociar scrittura e spazi di libera interpretazione.
Che non disdegna l'elettricità (Magic Orchestra), pause contemplative e caracolli (la dolenza e la reattività di Flight Of The Birds).
Inclusivo di esposizione radici (certi settanta che sprizzano spesso) e ricerca di un'oltre.
E a tratti gira proprio bene (il crocicchio da soundtrack, buono per Jarmusch di Bolero).
Capace anche di scaricar a terra una certa dose di fulmini e saette (Alberico e la sua espansione/contrazione in organizzato free da camera).
Oltre al sax del compositore, viola, chitarra elettrica, contrabbasso e batteria (Paolo Botti, Riccardo Bianchi, Tito Mangialajo Rantzer, Ferdinando Faraò).
Aspri quel che basta ad evitar l'effetto carta da parati (in leggera perdita d'aderenza sul finale con i non convincenti ghirigori strumentali di Cloudriding).
La direzione par quella giusta.

Sand Zine

Luca Segala è un sassofonista, suona più o meno tutti i principali tipi di sassofono, in possesso di una già nutrita discografia a capo di sue formazioni a quattro o cinque elementi. Per questa bella prova, nella quale limita la sua azione ai sassofoni tenore, contralto e soprano, ha messo assieme un fenomenale quintetto composto da strumentisti di provata esperienza, oltreché molto apprezzati da critica e pubblico sia nel panorama jazz nazionale sia oltreconfine.
Quella di Segala, strutturalmente, è un’improvvisazione organizzata di tradizione jazzistica che sembra far capo a una determinata corrente della musica afroamericana, quella in cui l’hard bop non era più tale pur non essendo ancora jazz elettrico. Una corrente nella quale, e a seguito della quale, numerosi jazzisti europei andarono a interferire con l’originario suono della musica afroamericana. Una corrente che accomunò molti di quei musicisti che non vollero partecipare ai moti rivoluzionari della new thing.
Segala ha comunque una sua originalità. Innanzi tutto i suoi dischi – a suo nome o in collettivi come Modern Times, Treperqu@ttro e Treperqu@ttropiuuno – brillano per l’assenza del pianoforte, ad eccezione del primo dei sette riportati nel suo sito alla voce “discografia” (dove era presente il pianista Andrea Rebaudengo); e il pianoforte era un elemento quasi essenziale nelle correnti jazz estranee alla new thing, mentre gli Ayler e i Coleman ne fecero sovente a meno.
Nel caso di “Cloudriding”, poi, il suo jazz pare inquinato da elementi estranei alla tradizione di discendenza hard bop, elementi che addirittura sono stati in contrasto con essa. Il chitarrista Riccardo Bianchi, per esempio, sembra rifarsi a un soggetto free come Sonny Sharrock, e in ogni caso non è lontano da campioni emersi in tempi più recenti tipo Bill Frisell o Marc Ribot. Un altro componente inquinante è il violista Paolo Botti che riesce a inserire sia elementi free sia suggestioni derivate dalla tradizione europea colta e/o popolare. Anche la cosiddetta sezione ritmica ha un approccio non propriamente ortodosso e il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer porta con se i suoi interessi per «il jazz, la musica improvvisata, e tutto ciò che vi sta sopra, sotto, di fianco e attraverso», mentre il batterista Ferdinando Faraò sposta leggermente il baricentro dai piatti ai tamburi, e pure quando si concentra sui piatti è molto meno soft di quanto imporrebbe un approccio filologicamente corretto.
“Cloudriding” piacerà quindi a chi apprezza il jazz moderno non troppo radicale, e anche ai sostenitori del downtown jazz e/o delle contaminazioni con il klezmer e con le musiche dell’est europeo.
Cavalcando le nuvole, così suona più o meno il titolo, complice anche la splendida e suggestiva foto di Elda Papa che riveste la confezione, ma io preferirei rappresentarlo con una traduzione meno letterale tipo “surf sulle nuvole” o “navigare tra le nuvole”. Mi sembra più rappresentativa delle sinuosità che i cinque riescono a innescare.

Giordano Selini

Il magico profilarsi di intensi scenari di mai placata ardenza in dimensione aperta tra vivacità e risolutezza in un tumulto via via bruciante dal vibrante svilupparsi tra impulso, fluenza e calore espressivo della musica di Luca Segala, impegnato al sax tenore, al sax alto e al sax soprano sovrasta tra magia e intensità nel cd “Cloudrinding”. E ora con la proposta sonora si intensifica a pieni giri in un predominante incalzar di espresso slancio e si segmenta in accidentali sviluppi on the edge tra impulsione e risolutezza e ora via via prende forma in cogitati sviluppi umbratili di austera descrittività via via in incremento tra incognito e sentimento per un andante espandersi con briosità che si fortifica poi in brucianti squarci di cuciale fermento incontenibile.

All About Jazz
David Wayne

Italy continues to be a source a wonderfully original and thoroughly modern jazz. Maybe there's something in the water over there but, for whatever reason, everytime I check my e-mail or snail mail there seems to be something wonderful and Italian in it. I keep hoping for a pair of handmade shoes, a nice shirt, or a tailored suit, but the music is more than enough to keep me happy. 

 

Saxophonist Luca Segala's seventh album as a leader, titled Cloudriding is the first I've ever heard. It's a fine and quite memorable effort that, for some reason, reminds me of Henry Cow's first couple of albums despite the fact that Segala self-identifies as a "jazz saxophonist" everywhere I look. The oddball rock strains of Segala's music originate equally from Segala's imaginative compositions and from the work of guitarist Riccardo Bianchi and voilist Paolo Botti. Bianchi is an energetic player with a percussive approach whose string-popping solos always threaten to veer out of bounds. Botti, on the other hand, seems to have one foot planted firmly in the folk and ethnic music of his homeland. Drummer Ferdinando Farao is equally at ease playing complex rock, hard bop, or aleatoric music. He gets to do it all throughout Cloudriding, sometimes within one piece! On alto and soprano, Segala has a pleasantly full-throated, broad sound. Occasionally he utilizes vibrato, and the result is somewhat reminiscent of Albert Ayler, though not really Gospel-derived. 

His band's musical flexibility and poly-stylistic tendencies dovetail nicely with Segala's original compositions which organically juxtapose passages of free improvisation with post-bop, tango and a variety of other forms; some familiar, some not. "Bolero" starts off, and returns to, its immediately recognizable, and quite pleasant, rhythms and chord changes after Segala and Botti engage in edgy free-form conversation. Interestingly, Bianchi gets to solo over the song's original form after the free section, and before the piece breaks down into a mournful rubato. Somehow, the piece sounds more complete and conceptually whole as a result. 

Segala uses this sort of structure repeatedly throughout Cloudriding. "Alberico" startles with a few bars of punkish rock before breaking down into a 5-way conversation which ends as Segala re-introduces the theme at a slower tempo. Segala's soprano weaves its way through the stuttering, halting riffage on "La Balleta Lenta" (The Slow Ballet), straying further afield and building intensity with each iteration. The band's appreciation for native ethnic sounds is in full display on "La Féte," a complex, multi- sectioned piece which compares nicely to the work of countrymen Slivovitz and adventurous Eastern European groups such as Grencso Kollektiva.

Adventurous and odd without being offputting or self-consciously eclectic, Cloudriding is an exceptionally well-played set of distinctive compositions that get into all sorts of unusual musical places.

Musica Jazz
Giuseppe Piacentino

Già il brano d’apertura, La Ballata lenta, dà le coordinate di massima del disco. Per lo più il lavoro di Luca Segala innesta melodie complesse su ritmi che sembrano invece ispirarsi alla semplicità popolare. “Cloudriding” gioca su questo intreccio, per così dire, di alto e basso, il che si manifesta anche nell’organico, co l’introduzione di uno strumento accademico (la viola) a contrasto, per esempio, con il soprano del leader, che a volte sa di banda paesana con venature Klezmer.

Bianchi e Faraò, dal canto loro, compiono una specie di operazione di sintesi, mentre Mangialajo Rantzer, bassista di fiducia di Segala, fornisce l’orientamento a tutto il gruppo, perché spesso la performance, una volta enunciato il clima, si avventura vero una dimensione del tutto libera. E addirittura capovolgono l’assunto: come in Alberico, uno dei pezzi migliori del disco, che parte come un’indiavolata danza balcanica ma più volte si sposta poi verso un susseguirsi astrato di suoni. 

Giustamente il cd prende il titolo da Cloudriding, brano dove più gli elementi costitutivi  si combinano a meraviglia grazie all’affiatamento del gruppo.

Rockerilla
Aldo Chimenti

Non v’è tessitura strumentale, anche la più astrusa che non debba misurarsi con il concetto di armonia.
Le sette suite realizzate dal sassofonista Luca Segala per Cloudriding, paiono cementare tale tesi anche laddove le partiture evolvono nelle metriche d’un inarmonico apparente.
Musica quale materia plasmabile fino alla forma astratta, tesa a diffrangersi in più snodi narrativi senza mai smarrire il suo punto di fuga sorgivo.
Cloudriding ha il dono dell’emozione cinematica, della digressione jazzistica che s’irraggia dalle piattaforme di un tema melodico primario per farsi schema libero.
Con il suo ensemble di virtuosi alla chitarra, viola, contrabbasso e batteria, Segala scatena le vertigini dell’estravaganza fiatistica e dell’ iridescenza sonora.

MusicZoom
Vittorio

L´avanguardia italiana ha trovato un luogo di incontro e su cui mostrarsi al pubblico nella Amirani Records di Gianni Mimmo. Fra le ultime pubblicazioni questo CD di Luca Segala che presenta tutte sue composizioni con un quintetto insolito in cui a fare da contrappunto alla voce dei suoi sassofoni tenore, contralto e soprano è la viola di Paolo Botti. Già il brano che apre il disco, con il sax soprano acidulo del leader ed i ritmi sghembi travisa l´idea della Ballata lenta prevista dal titolo, totalmente decontestualizzata in lunghi passaggi collettivi. Più aggressivo Magic Orchestra, qui si respirano arie braxtoniane, più libere, il sax contralto e la viola si trovano ad agire contemporaneamente sulla ritmica pulsante di Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Ferdinando Faraò alla batteria mentre la chitarra di Riccardo Bianchi in sottofondo agisce spingendo con i suoi interventi l´improvvisazione collettiva. Flight of the Birds è fra i momenti più interessanti dell´album per il lungo dialogo fra contrabbasso e viola che apre il pezzo, poi le voci degli altri per portare il brano verso le altezze promesse dal volo degli uccelli del titolo. Ci sono momenti in cui la chitarra ed il sassofono si trovano da soli a gestire il brano in un arrangiamento piuttosto originale. Bello anche Bolero, aperto e chiuso dalla poetica viola di Paolo Botti. È così che il disco prende quota, fino ad arrivare a Cloudriding, la cavalcata sulla nuvola che dá il titolo al disco, rivelando un quintetto dalle proprie idee ma che guarda all´avanguardia americana di Chicago. Si chiude con La Fête, la chitarra trova finalmente uno spazio in cui rilasciare la sua prorompente elettricità e la viola di Botti lo segue con un notevole intervento. Qui si allentano i limiti imposti dalle composizioni del leader ed i musicisti chiudono in bellezza il disco con il loro entusiasmo nelle improvvisazioni prima che si ritorni al tema.

Diskoryxeion

Ένα πλήρες ιταλικό jazz/improv CD από ένα πλήρες σχήμα – το σχήμα του σαξοφωνίστα (τενόρο, άλτο, σοπράνο) Luca Segala. Ο τίτλος του είναι “Cloudriding” [Amirani, 2014], ηχογραφήθηκε τον Δεκέμβριο του ’12 στο Wandercliff audio recording lab της Monza και συμμετέχουν σ’ αυτό, πλην του Segala, οι Paolo Botti βιόλα, Riccardo Bianchi ηλεκτρική κιθάρα, Tito Mangialajo Rantzer κοντραμπάσο και Ferdinando Faraò ντραμς. 

Το αποτέλεσμα είναι μία σειρά συνθέσεων μέσης διάρκειας (η μακρύτερη στο χρόνο αγγίζει τα εννιάμισι λεπτά), οι οποίες διακρίνονται για τον… πλουραλιστικό χαρακτήρα τους. Εννοώ πως εκεί που αναδύεται μια μελωδία, ένα ρυθμικό σχήμα, αμέσως μετά μία αυτοσχεδιαστική πρακτική (αυθόρμητη ή λιγότερο αυθόρμητη δεν μπορεί κανείς να γνωρίζει) έρχεται να ανατρέψει το άπαν, δημιουργώντας εκρηκτικά περιβάλλοντα. Έτσι, μόνο σ’ ένα track του “Cloudriding” μπορεί, ταυτοχρόνως, να ανιχνευθούν rock αναφορές, world «περάσματα», μα ακόμη groovy και funky passages, τα οποία μεταπίπτουν εν ευθέτω χρόνω προς το «ελεύθερο» και το «αφηρημένο». Όλοι οι οργανοπαίκτες έχουν τη δική τους συνεισφορά στο τελικό αποτέλεσμα, με τα ρυθμικά όργανα (μπάσο, ντραμς) να μην υπολείπονται των κατ’ εξοχήν σολιστικών (σαξόφωνα, βιόλα, ηλεκτρική κιθάρα), ενώ κομμάτια όπως το έσχατο “La féte” ακούγονται ως ολοκληρωμένες περιλήψεις των συνθέσεων του Luca Segala, γεμίζοντας με δημιουργικά vibes την ατμόσφαιραστο συγκεκριμένο track πρωταγωνιστεί αρχικώς η ηλεκτρική κιθάρα του Riccardo Bianchi, δημιουργώντας ένα έντονο και κάπως… αγωνιστικό περιβάλλον, μέσα στο οποίο όλα τα όργανα έρχονται να προσθέσουν, στην διαδρομή, το δικό τους «λόγο».

Solar Ipse
Loris Zecchin

Do Make Say Think e scuola Reccomended passati attraverso le spazzole rotanti di un autolavaggio avant jazz. All’interno dell’album, cementata da un solenne andamento ciclico e una sensazione di elettricità viva nell’aria, la musica insegue la decostruzione colorata delle forme invitando la mente a lasciarsi ingannare come in un gioco di illusionismo.

Non è bolgia ma un’organica interdipendenza fra gli elementi, quasi delle micro-sinfonie languidamente sconnesse con un senso di “fuga in avanti” glamourizzato e agevole da gestire.

Ettore Garzia Blog
Ettore Garzia

Il cd del sassofonista Luca Segala, intitolato "Cloudriding", vede la compresenza di Paolo Botti alla viola, Riccardo Bianchi alla chitarra elettrica, Ferdinando Faraò alla batteria e The Mangialaso Rantzer al cb. Si tratta di un buon lavoro, con un impianto free bop di base ed una ferrea volontà di usare l'improvvisazione per liberare il potenziale nascosto nella natura percettiva dei suoni (così come sottolineato nelle note interne); ma in verità il jazz di Segala è molto più fruibile di quello che si pensa, con improvvisazioni ben congegnate, in cui il punto centrale è quello di trovare una convergenza consapevole dei suoni non necessariamente ascrivibili alla libera improvvisazione più accesa: non essendo estranei al bagaglio artistico dei partecipanti, si scoprono istinti newyorchesi dei settanta (con una prevalenza del Zorn delle operazioni meno sperimentali, più godibili ed esotiche), richiami alle orchestre post-bop e a Mingus, cameralità ed un approccio che cerca le sue carte vincenti non solo negli uomini e nell'improvvisazione corale, ma anche nei temi melodici. 

Credits: 

music _ all compositions by Luca Segala

recording _ December 2012, Wandercliff audio recording lab, Monza, Italy

sound engineer _ Gigi De Martino

mastering _ Maurizio Giannotti, New Mastering Studio, Milano, Italy

cover photo _ Elda Papa

graphics _ Mirko Spino

production _ Luca Segala

executive producer _ Gianni Mimmo for Amirani Records