Intentions - An Improvised Cycle

October, 2007
AMRN009
CD Jewel Box
Price: 
12.50
Esther Lamneck / Eugenio Sanna

Lines and shapes interwoven in arcane ways, performed by  two truly inspired musicians in a stream of relentness sounds  tied by hidden metallic, harsh, sharp, romantic, ethereal, sacred and profane connections.

It's a real happening, that Esther Lamneck and Eugenio Sanna, who have been working for more than fifteen years close together, finally found the opportunity to show their partnership on record.
The release of their Amirani Cd "Intentions" proves thet they are not only two wonderful musicicans, but they even belong to a generation of creative artists, that open doors for new fresh ways of Improvisation

Reviews

Il Manifesto
Guido Festinese

Una delle più coraggiose etichette italiane dedita a seguire le vicende contemporanee del bordo più creativo del jazz, documenta ora l’incontro tra Esther Lamneck ed Eugenio Sanna.

Lamneck, clarinettista e specialista dell’ancia etnica Targato, indagatrice attenta dell’improvvisazione e della alea musicale( recente anche una collaborazione con Claudio Lugo) trova sponda ideale nella chitarra “trattata” di Eugenio Sanna.

Il musicista pisano formatosi alla scuola di Derek Bailey nell’ultimo quarto di secolo ha fornito prove eccellenti: succede anche qui, in trenta frammenti improvvisati, che hanno il dono lancinante della poesia pura,dell’affabulazione, del dialogo vero.

Musica Jazz
Francesco Martinelli

La clarinettista Esther Lamneck è una rara figura di musicista classica che, sulla base della lezione di Cage, ha incorporato a pieno titolo l’improvvisazione, disciplina cui si dedica rigorosamente da tempo il chitarrista Eugenio Sanna; i due lasciano campo libero alla loro immaginazione in trenta brevi frammenti, cercando quel momento magico e passeggero in cui le due linee improvvisate si completano dandosi reciprocamente e spontaneamente senso. 

È eccezionale la microtonale ricchezza di suono del tarogato: l’ultimo folgorante brano sembra una jam fra Derek Bailey e Ivo Papasov.

Il Tirreno
Guido Siliotto

Intentions nasce dall’incontro tra Eugenio Sanna ed Esther Lamnek, due artisti da sempre impegnati nel campo della musica di ricerca, con particolare attenzione per le potenzialità espressive dell’improvvisazione, un settore difficile, che richiede grande sensibilità per portare a risultati soddisfacenti. 

Il primo, in particolare, è tra i fondatori del C.R.I.M. di Pisa, un importante centro per la ricerca nell’improvvisazione musicale sulla fine degli anni settanta.

Nel disco, che è il punto di arrivo di un’annosa collaborazione, gli strumenti privilegiati sono, oltre la chitarra di Sanna, gli strumenti a fiato suonati dalla Lamnek, ovvero un clarinetto e il tarogato, usato principalmente nella musica popolare ungherese.

In trenta brevi frammenti, i suoni, affidati all’ispirazione dei due musicisti, dialogano magnificamente, creando momenti di particolare suggestione.

Lontano dai clichè e influenzata dal semplice fluire della vita dei protagonisti, la musica di Intentions regala, ma solo a chi è capace di intenderle, intense emozioni.

Downtown Music Gallery
Brice Gallenter

Ms. Lamneck is an established virtuoso on clarinet and taragato, as well as an advocate of contemporary music and a specialist in working with electronics and tapes. Eugenio Sanna was co-founder of CRIM (Center for Research & Improvvisazione Musicale) and active improviser who has played throughout Europe and collaborated with Ellen Christie. "Intentions" is an improvised cycle of 30 short pieces that create a narrative journey so says the liner notes and that is a good description. While Esther plays a variety of odd and unique sounds on her taragato or clarinet, Eugenio plays an equally diverse set of strange sounds on his amplified or electric (sounding) guitar. Eugenio seems to have a variety of devices to manipulate his sound, creating different distortions and bent sounds on his guitar. Esther does a fine job of matching wits and bending her notes along with his. In a blindfold test, the informed listener might guess Frith and Braxton (or Coxhill) while checking out some of these pieces. Esther is a formidable improviser, often aggressive and seems to push her partner into equally barbed areas of daredevil improvisations. 'Intentions" is, without a doubt, one of the exciting and creative improv sessions I've heard in recent memory. You've been warned, it is that good! -

Kathodik
Sergio Eletto

“Intentions – An Improvised Cycle” è un consistente raccolto d’improvvisata secca e pungente, a tutto campo informale. Una cifra madornale di ascolti (una decina solo negli ultimi 2 giorni) batte sul tempo questi pensieri, ancora piuttosto faticosi da trasporre su carta, con parole degne di una comune logica. La mente è confusa, bolle, si agita: merito delle trame (extra)free che l’incontro in studio di registrazione tra la Lamneck e Sanna genera; due performer che, nonostante flirtassero da qualche anno, arrivano per la prima volta ad un’incisione discografica ‘condivisa’. Chitarra e oggetti per un rodato intenditore del free puro&duro come Eugenio Sanna; tàrogato e clarinetto, a turno, nelle ‘scomposte’ mani di Esther Lamneck (fantasista d’eccezione) che, come molti noteranno, ritorna sul ‘set’ della Amirani pochissimo tempo dopo l’apparizione di “GenoaSoundCards”: ingegnosa sperimentazione acustico-ambientale, co-firmata allora con i fiati di Claudio Lugo. Certamente, il concept-album si muoverà su coordinate diametralmente inverse a quelle del contesto sopra-citato, focalizzando come marchio del cd l’architettura di convinte, sintetiche e virulente conversazioni free-form. Come giustamente hanno fatto osservare in altra sede: per trovare una parziale strada verso la ‘verità, potremmo fantasticare un meltin’pot ai giorni nostri tra le scuole di Derek Bailey (e per Sanna, non possiamo che approvare l’enorme vicinanza con il maestro inglese) e del sassofonista Lol Coxhill. Sterzeremmo nella giusta direzione, ma sarebbe lo stesso se pensassimo emotivamente al più generale movimento della nuova improvvisazione britannica; con ovvio riferimento alle impetuose istanze free-jazz degli anni ’70 e del divenire. Nella fattispecie della Lamneck si possono avanzare conclusioni che la collocano dalle parti di un Evan Parker (non troppo matematico) e di un John Butcher, distante dalle manie circolari e meno gentleman. 30 improvvisazioni (numero perfetto) dal taglio conciso, suddivise in cinque gruppi irregolari, contenenti a loro volta le distinte registrazioni dell’accoppiata tàrogato/chitarra e dell’altra clarinetto/chitarra. Chiudo, lanciando una leggera predilezione per i colloqui avvenuti tra l’antica ancia magiara e le corde focose del toscanaccio.

Musica di certo per intenditori, per palati fini, ma allo stesso tempo forti. Si facciano avanti i fan di etichette seminali, come Emanem, Incus e Leo records: troveranno pane (di qualità) per i loro denti. 

Gerlando Gatto

Esther Lamneck è una clarinettista e suonatrice di tàrogatò (uno strumento a fiato della tradizione ungherese ad ancia singola) particolarmente versata nel campo della musica moderna tanto da aver fattivamente collaborato con diversi compositori di quest’area e da aver ricoperto il prestigioso ruolo di direttore artistico della NYU New Music and Dance Ensemble.

Alla stessa area della musica improvvisata appartiene il chitarrista Eugenio Sanna , cofondatore nel 1976 a Pisa del CRIM (Centro per la Ricerca sull’Improvvisazione Musicale).

I due hanno avuto modo di collaborare a lungo per più di quindici anni ed ora hanno avuto l’opportunità di fissare queste interazioni nel CD in oggetto.

L’album consta, infatti, di un ciclo improvvisato di brevi pezzi il cui sapore evocativo rinvia a immagini e panorami intimamente vissuti da due musicisti, che evidenziano una reciproca conoscenza davvero stupefacente.

Nonostante la non facilità dell’ascolto, si percepisce un’interazione tra i due assolutamente perfetta che sfocia in una creatività che mai conosce momenti di stanca, all’insegna di una forza improvvisativa scaturente da una profonda conoscenza della materia trattata.

Music Boom
Vittorio Lo Conte

La ricerca della clarinettista americana Esther Lamneck trova per ora un punto di arrivo sulla Amirani Records di Gianni Mimmo, solo un approdo momentaneo per le sue ricerche sul suono. Da anni si dedica a sperimentazioni sul clarinetto e sul tarogato, strumento ad ancia singola della tradizione ungherese, simile ad un sax soprano, non di metallo bensì di legno. Ha suonato con tante orchestre e gruppi da camere affrontando negli ultimi anni il tema della comunicazione con strumenti elettronici.

L´incisione con il chitarrista Eugenio Sanna si svolge su terreni creativi, su suoni documentati da case discografiche come la Emanem in Inghilterra o la Rastascan di Gino Robair in California. Proprio quest´ultima ha pubblicato un duo di Evan Parker e Derek Bailey risalente agli anni `70, che documenta i primi passi di questa musica negli Stati Uniti, la disintegrazione del linguaggio consueto sugli strumenti e la ricerca di qualcosa di nuovo, di una possibilità espressiva intrinseca agli strumenti, ma non non ancora esplorata da chi li utilizza.

Delle esperienze a cui si ricollegano Eugenio Sanna ed Esther Lamneck, tirando fuori dai loro strumenti un feeling insolito per questo tipo di incisioni, al di là delle tecniche usate: respirazione circolare, corde della chitarra graffiate o percosse, tutti procedimenti ormai che hanno fanno parte di un vero e proprio linguaggio, usato per esprimere dei sentimenti, per un dialogo fra le voci quasi umane del clarinetto e del tarogato e la chitarra, che ansima e cigola per stare al passo, per mostrare la propria anima oltre i rumori elettrici. Un procedimento creativo che funziona, in cui le possibilità degli strumenti raggiungono nuovi confini aprendo strade nuove per musicisti ed ascoltatori.

Credits: 

Esther Lamneck _ clarinet, tárogató
Eugenio Sanna _ amplified guitar

 

music _ Esther Lamneck Eugenio Sanna
recording _ Vecchio Mulino Recording Studio, Balbano, Lucca, Italy, August 2006
executive producer _ John Rottiers 
photos  _ Beatrice Milani
concept _ Gianni Mimmo
graphics _ Mirko Spino
production _ Gianni Mimmo for Amirani records